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Pagamenti elettronici, per l’Italia è un anno record

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Pagamenti elettronici, per l’Italia è un anno record

Fine anno, tempo di bilanci. Ancor di più se si parla di pagamenti elettronici. È infatti dicembre il mese in cui – con l’arrivo del Natale – si registra una grande mole di transazioni. Una crescita alla quale nelle ultime settimane ha contribuito anche il Black Friday. Visa, uno dei principali attori del settore, ha già iniziato a fare i conti: nella prima settimana di acquisti natalizi ha registrato oltre 420 milioni transazioni in Europa. Durante il “Venerdì nero” (27 novembre) ci sono state, sempre nel Vecchio Continente, 1.793 transazioni al secondo, un incremento del 22,5% in Europa e del 10% in Italia rispetto alla settimana del Black Friday dello scorso anno.

Insomma anche nel nostro paese i pagamenti elettronici iniziano finalmente a crescere. Come mai? “I trend tecnologici più in ascesa nel settore dei pagamenti elettronici sono tre”, risponde il direttore generale di Visa in Italia, Davide Steffanini. “Il primo è senza dubbio il commercio elettronico. Anche in Italia. Negli ultimi anni – guardando i dati dei nostri utenti – la crescita è stata costante, +14-15% nei soli ultimi 12 mesi. I motivi sono la nascita di nuove generazioni di consumatori e una maggiore fiducia nei pagamenti online. La seconda tendenza sono i pagamenti(anche di piccolo taglio) con le carte contact-less. Il terzo trend che sta maturando in questi anni, ma siamo ancora agli inizi, è la virtualizzazione della carta all’interno dello smartphone”.

Una rivoluzione costante, quindi. Che non si ferma qui e che nei prossimi anni vedrà nuove tecnologie e nuovi comportamenti da parte dei consumatori. Nell’ultimo anno, per esempio, sono emersi servizi come Jiffy o Satispay che consentono di trasferire denaro da un conto a un altro con la semplicità con cui si invia un messaggio su WhatsApp. La stessa Visa ha il suo sistema di pagamento P2. Non solo. La virtualizzazione della carta permetterà di dire addio alla stessa carta a favore di gadget come lo smartphone o lo smart watch. Ma non da subito, secondo Steffanini: “La carta, come oggetto fisico, rimarrà il motore dei pagamenti elettronici ancora per un po’ di anni. Se da un lato è infatti possibile che nel giro di poco tempo si diffonda in tutta Italia la tecnologia Nfc per pagare con il telefonino, dall’altro, che cosa accade se si va all’estero in un paese non ancora coperto?”.

Il futuro dei pagamenti passa anche da nuovi di stili di acquisto e consumi delle persone. A cui, per ovvi motivi, sta a cuore la sicurezza delle transazioni. “Sulla sicurezza stiamo facendo molto e molto faremo ancora”, spiega Steffanini. “Ma prima c’è da sfatare qualche mito. Il primo è che le carte siano meno sicure del contante. In Italia, per esempio, lo 0,05 per mille del transato dei pagamenti elettronici Visa è oggetto di frode. Per i contanti è il doppio: lo 0,1”.

Anche il pubblico, e in particolare il governo, può fare molto per lo sviluppo del settore. I margini di crescita sono ampli. C’è infatti molto da fare in un paese in cui l’economia sommersa vale il 22% del Pil. E per eliminare tutto questo “nero” i pagamenti elettronici possono essere una delle principali soluzioni. Per questo non tutti hanno visto bene alcuni provvedimenti della ultima Legge di Stabilità. “In queste legge”, conclude Steffanini, “ci sono luci e ombre per favorire lo sviluppo dei pagamenti elettronici. L’ombra è sicuramente l’innalzamento a 3.000 euro del tetto dei pagamenti in contanti. La luce è invece l’obbligo per tutti gli esercizi commerciali di accettare pagamenti con le carte, anche per piccoli importi”.

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